In Italia il fenomeno di modifica dei veicoli, sia essa estetica che tecnica, è molto più diffuso di quanto non sembri. Raramente il possessore di una Fiat punto 1.3 multi-jet (giusto per fare un esempio tra i veicoli più diffusi) ha rinunciato, con poche centinaia di euro a far “rimappare” la centralina per ottenere, a suo dire,prestazioni più elevate e consumi inferiori; lo ha fatto tuttavia non rendendosi conto che questa “innocente procedura” lo ha messo a rischio multe, sanzioni e sequestri, oltre che a rivalsa dell’assicurazione in caso di sinistro per sua colpa.
Avendo mutato le caratteristiche tecniche del veicolo, ha infatti generato uno squilibrio del progetto della casa costruttrice, atteso che, nel caso descritto,l’incremento di potenza del motore avrebbe dovuto anche interessare altre componenti dinamiche del veicolo (impianto frenante, assetto, ecc.).
Ma allora, quanti di noi volessero personalizzare il proprio veicolo cosa potrebbero fare e cosa no? Vediamo di seguito cosa si può fare:
Meccanica
Il motore non può subire modifiche meccaniche o elettroniche, può solo mutare il tipo di alimentazione attraverso l’installazione di impianti di GPL o METANO.
Neppure lo scarico può essere modificato, eliminando per esempio il catalizzatore per ottenere maggiore potenza, piuttosto potrebbe modificarsi il solo terminale di scarico, ma a condizione di installarne uno omologato CEE dal costruttore, che abbia la placca di identificazione con il codice seriale che deve coincidere con il certificato. In questo caso sarà obbligatorio portare sempre con sé tale certificato, in caso di controllo delle forze dell’ordine.
Per modificare l’assetto si potrà ricorrere soltanto ai kit della casa costruttrice (ove presenti), omologati e garantiti, ma che al massimo potranno ridurre l’altezza da terra di 15 mm. La barra duomi invece è liberamente installabile purché non montata in maniera fissa (saldata).
Ruote
la sostituzione di gomme e cerchi è possibile solo nel rispetto delle misure previste nella carta di circolazione, ma se esiste un’omologazione a monte della Casa automobilistica per ulteriori misure, adottate magari solo su alcuni mercati, queste si possono far registrare a libretto.
Fare omologare la nuova misura scelta è spesso un’operazione complessa ed onerosa che non garantisce il successo, tuttavia alcuni cerchi aftermarket di misura maggiorata, con omologazione NAD, consentono di richiedere al produttore un nullaosta che include anche le misure di pneumatici alternative.Con tale nullaosta e con una relazione del gommista che attesti la corretta installazione e funzionamento, si potrà tentare di far registrare nella carta di circolazione le nuove misure.
Estetica
Se le modifiche estetiche avvengono nel rispetto della sagoma limite e non modificano la visibilità, si possono adottare senza richiedere autorizzazione e collaudo. Pertanto le appendici aerodinamiche che modificano le dimensioni della sagoma limite non potranno essere adottate.
Molti non sanno inoltre che il paraurti è considerato dal costruttore un elemento di sicurezza attiva e passiva e pertanto potrà essere eventualmente sostituito con altri, ove previsti dalla casa costruttrice.
Anche il diffusissimo oscuramento dei vetri attraverso pellicole adesive può essere effettuato soltanto sui vetri laterali posteriori (ove presenti) e sul lunotto posteriore, lasciando liberi i vetri laterali anteriori ed il parabrezza anteriore.
Luci
Il codice della strada non è chiaro sulla possibilità di incrementare la potenza del fascio luminoso attraverso lampade a led, limitandosi a normare soltanto l’utilizzo delle lampade allo Xeno, le quali, per poter essere installate, devono essere accompagnate da un dispositivo autolivellante dei fari, nonché da un sistema lavafari. In ogni caso L’intensità luminosa di tutti i proiettori abbaglianti non deve superare le 300.000 candele.
In caso di montaggio di diverse tipologie di lampade, rispetto all’originale, il Codice della Strada, data l’importanza di questi dispositivi, prescrive che l’intervento sia effettuato da un’officina specializzata e richiede la successiva omologazione.
Modifiche “illecite”, cosa si rischia
A fronte di una violazione dei paletti fissati nella carta di circolazione si potrà rischiare di veder applicato l’articolo 78 del codice della strada che prevede una multa che va da un minimo di 419 euro a un massimo di 1.682 euro con connessa necessità di riportare (a spese proprie) il veicolo alle caratteristiche originarie.
Ma il vero rischio è quello assicurativo atteso che la modifica delle caratteristiche del veicolo rispetto alle prescrizioni della carta di circolazione è uno dei motivi di rivalsa (totale o parziale). Ne consegue che in caso di incidente per colpa il contraente, in solido con il conducente ed il proprietario del veicolo, dopo che la compagnia di assicurazioni ha pagato il danno al terzo, saranno destinatari di una richiesta di rimborso di quanto pagato in relazione alla clausola contrattuale che può prevedere, come accennato in precedenza, una rivalsa totale del danno ovvero una parziale.
Come vedete si può fare ben poco e se ben ci pensate è giusto così, poiché per mantenere inalterati gli standard di sicurezza attiva e passiva di un veicolo, occorre restare nell’abito delle caratteristiche del progetto d’origine e quindi, anche gli onerosi tentativi di sottoporre il veicolo a revisione della carta di circolazione attraverso un nuovo collaudo in motorizzazione, quasi sempre sono privi di successo e si è costretti a riportare il veicolo nelle condizioni originali con grave dispendio di risorse economiche.
Se però il veicolo modificato non fosse messo in circolazione, ma venisse utilizzato a scopo dimostrativo in mostre e fiere (trasportato su un carrello) si potrebbe essere liberi di trasformare una vecchia Fiat 500 in una Porsche Carrera.